Alloro

L’alloro, originario dell’Asia Minore, è introdotto nel bacino del Mediterraneo in tempi antichissimi: già diffuso ai tempi delle antiche civiltà greca e romana, cresce oggi in maniera spontanea in tutti i paesi dal clima temperato. Oltre ad essere largamente impiegato in cucina (fa infatti parte del cosiddetto mazzo degli odori), è una pianta ornamentale spesso utilizzata in parchi e giardini: elegante e gradevolmente profumato, dal colore intenso e brillante, costruisce siepi o arbusti di notevole bellezza.

La pianta
L’alloro è un arbusto sempreverde che, in base alle condizioni ambientali, può assumere la forma di un cespuglio o di un albero e giungere all’altezza di una dozzina metri. Il tronco è liscio, dalla corteccia sottile di colore scuro, tra il verde oliva e il nero.
Le foglie sono lunghe una decina di centimetri, hanno forma ovale e allungata e sono spesse e dure; il colore è verde intenso, brillante e lucido nella parte superiore e opaco tendente al grigio in quella inferiore. Esistono numerose specie di questa pianta: la più nota e diffusa è il Laurus nobilis.
In cucina
L’alloro trova un larghissimo impiego in cucina, in particolare in quella mediterranea. Le foglie possono essere aggiunte fresche ma essiccate, come quelle delle Linee Cannamela, perdono la nota amarognola, diventando più dolci e gradevoli. Questa erba ha inoltre la particolarità di non perdere l’aroma nel corso della cottura.
Il gusto dell’alloro insaporisce piatti di carne, come stufati, arrosti e spezzatini, zuppe di verdura e pesce. Accompagna con brio salse, paté, verdure sott’olio, alcuni salumi e in pasticceria, l’alloro, lasciato in infusione nel latte esalta il budino di riso e la crème brulée.
Dalle foglie si ricava poi un gustoso liquore chiamato Laurino.

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